Da visitare : Cinto Euganeo
CINTO EUGANEO
Cinto Euganeo
Fossili, Briganti
ed Acquedotto Romano
Il Comune di Cinto Euganeo è situato ad ovest del comprensorio euganeo, tra le pendici del Monte Venda e la Val Calaona, lambita dal fiume Adige sino al 589 a.C. L’origine del nome è antichissima, oltre a leggende locali che lo rimandano a miti greci e romani, il toponimo dovrebbe derivare dalla sua ubicazione, ovvero “Quintus” situato al Quinto miglio del tracciato romano che collegava Este a Vo’ e Teolo. Solo dopo il 1400 il territorio sarà identificato come Cinto, mentre l’appellativo “Euganeo” viene aggiunto nel 1867, per decreto del Re d’Italia.
L’origine dell’abitato è sicuramente pre romana, come lo provano le tombe di trachite e tufo rinvenute in Val Calaona risalenti al Neolitico, ma è con la dominazione romana che il territorio diviene popolatissimo. Importanti opere di ingegneria idraulica romana ci permettono ancora oggi di osservare il Buso della Casara: sito alle pendici del Monte Vendevolo, è composto da oltre 100 metri di cunicoli scavati nella riolite che convogliano le acque in un percorso di 10 km che giunge ad Este. Attorno all’anno Mille, per difendere il territorio dalle scorrerie dei barbari, sul luogo dove sorge l’attuale Chiesa di Santa Maria Assunta viene eretto un castello. Questa fortezza, come quella innalzata sulla cima del Monte Cinto, viene distrutta durate la guerra tra Scaligeri e Carraresi.
La dominazione Carrarese porta un periodo di guerre e devastazioni che muta solo con il potere della Serenissima Repubblica. Tra l’800 ed il ‘900 la vita della cittadina era basata sull’agricoltura e sull’attività estrattiva nel Monte Cinto. Oltre alle importanti cave, come quella di Rosso Ammonitico dei Monti Partizzon e Resino ricche di fossili marini, in località Bomba (chiamata così da Bombà=inzuppato d’acqua) troviamo una fornace di calcare costruita tra il 1888 ed il 1898, che oggi ospita il Museo Geopaleontologico. Il territorio di Cinto è diviso in più frazioni, con caratteristiche e peculiarità di elevato interesse.
Cornoleda è un pittoresco borgo, situato sul Monte Gemola, celebre per la coltivazione di corniolo e castagni. Viene nominata per la prima volta in un documento del 1154, mentre l’attuale chiesa risale al 1700. Al suo interno troviamo un altare in stile barocco ed una preziosissima vasca per il battesimo di provabile origine Longobarda.
L’abitato di Faedo, il cui toponimo proviene dell’estesa coltura di faggi, è posto ai piedi del Monte Fasolo (deriva anch’esso da faggeto). Numerosi sono i reperti di epoca preistorica e romana rinvenuti in queste terre, mentre del medioevo si ricorda la caduta dei castelli di Pedevenda e dei Delesmanini (quest’ultimo abilmente ristrutturato nel corso del ‘900 dalla Famiglia Fontana). L’attuale chiesa di Faedo viene costruita tra il 1815 e 1818: al suo interno troviamo tre altari barocchi provenienti dal Monastero degli Olivetani del Monte Venda.
La frazione di Fontanafredda è così definita per il suo “bagno freddo romano”, una sorgente che sgorga davanti il Municipio. Sul Monte Resino troviamo un Roccolo costruito sulle rovine di un fortino del 1152, mentre ai suoi piedi nel 1718 viene edificata la Chiesa di S. Donato, con quattro altari di marmo cenerognolo provenienti delle cave del Monte Partizzon.
Valnogaredo deve il suo nome dall’estesa coltura di noci, chiamate “Nogare”. La chiesa del 1758 è in stile barocco veneziano e nel 1921 viene dichiarata monumento nazionale. Oltre alla sontuosa Villa Contarini del 1704 ricordiamo Villa Rodella, sorta su un edificio del XIII secolo, abitazione della scrittrice novecentesca Silvia Rodella.
Faedo di Cinto Euganeo è un piccolo paesino di soli 300 abitanti sito al centro dei Colli Euganei, nella splendida vallata a Sud del monte Venda.
In occasione della festività di San Pietro buona parte dei suoi abitanti si prodiga per dare buona accoglienza a quanti saranno ospiti.
In antichità Faedo si chiamava “Pedevenda”; il nome “Faedo” deriva da faggio, albero un tempo molto diffuso in zona. Che Faedo sia stato abitato fin dalla preistoria lo dimostrano oggetti di selce e di corno di cervo rinvenuti in loco.
Il primo intervento documentato dell’autorità romana in zona risale al 141 a.C., quando, a causa di una disputa territoriale insorta tra Este e Padova, il procuratore Lucio Cecilio Metello per mandato del senato romano pose cippi confinari, uno rinvenuto sul lato meridionale del monte Venda.
Durante le invasioni barbariche, nella discesa verso Roma, uno di questi eserciti, accampatosi nella zona di Battaglia Terme per approvvigionarsi di viveri e altro, faceva razzie sui colli, uccidendo e distruggendo quanto incontrava. In Cronistoria si legge: “I valligiani di Faedo riunitisi li affrontarono in località Sereo e dopo averli uccisi li tagliarono a pezzi”. Forse all’epoca, per personaggi tanto terribili, la semplice uccisione sembrava non essere di sicuro effetto.
Anche se piccolo Faedo ha la sua compagnia teatrale, “Noaltri”, e il gruppo di volontariato “Amissi del filò” per far compagnia a infermi, anziani o persone sole e forse presto un centro di lettura.
La festa di San Pietro si svolge negli spazi adiacenti alla chiesa, che, costruita tra il 1815 e il 1818, è la quinta della serie. Sulla prima, vecchia e cadente, nel 1497 venne costruita la seconda, la quale bruciò nel 1556 e nel 1563 ne venne edificata una terza insieme all’attuale campanile. Nel 1775 un terremoto la fece cadere; subito se ne costruì una quarta, che nel 1812 fu distrutta da una frana.
Le spese per le ricostruzioni e i restauri venivano immediatamente coperte con la generosità della popolazione, anche se povera. La chiesa era infatti un punto di riferimento non solo spirituale. Alcuni paesi, come Fontanafredda, Arquà Petrarca e Galzignano, vedendo la sfortuna di questi vicini e il loro attaccamento alla chiesa, contribuirono alla sua ricostruzione.
La sagra paesana in onore del patrono San Pietro era da tempi immemorabili un punto di incontro spontaneo per numerose persone dei paesi limitrofi. Oggi è organizzata all’insegna dell’amicizia sempre gli ultimi due week-end di giugno.